Indovinello veronese

L'Indovinello veronese

Il cosiddetto "Indovinello veronese" è il primo testo conosciuto scritto in un volgare italiano, tracciato in corsiva nuova da un ignoto copista tra l'VIII secolo e l'inizio del IX in forma d'appunto, presso il margine superiore di un foglio in un codice pergamenaceo più antico.[1] È forse il più antico testo pervenuto che usi lingua romanza (i Giuramenti di Strasburgo sono datati a cinquant'anni più tardi) e rappresenterebbe un possibile atto di nascita del volgare in Italia, ma non tutti gli studiosi sono concordi e alcuni ritengono che si tratti ancora di latino (pur se con le evidenti aberrazioni[2]), come dimostra il fatto che il testo ha bisogno di una traduzione in italiano.

Il codice originale fu redatto in Spagna all'inizio dell'VIII secolo e giunse a Verona non troppo tempo dopo. Le due postille furono individuate nel 1924. Fu Vincenzo De Bartholomaeis a scoprirne per primo il senso, con l'aiuto di Liana Calza, una studentessa universitaria del I anno.[1][3] Fu Luigi Schiaparelli a tracciarne il percorso, dalla Spagna a Verona: il codice probabilmente lasciò la penisola iberica poco dopo la conquista araba del Regno di Toledo (711), passò poi da Cagliari e Pisa negli anni trenta dell'VIII secolo e prima della fine del secolo giunse a Verona.[4]

Al testo dell'indovinello si accompagna un testo, stavolta in latino più sorvegliato: si tratta di una formula canonica di benedizione in latino, esterna all'indovinello, ma che gli studiosi hanno utilizzato, talvolta in maniera contrastante, per avallare le proprie ipotesi linguistiche.

  1. ^ a b Marazzini, Breve storia della lingua italiana, 2004, cit., p. 52.
  2. ^ Marazzini, Breve storia della lingua italiana, 2004, cit., p. 53.
  3. ^ Fascicoli degli Studenti - Archivio Storico, su archiviostorico.unibo.it. URL consultato il 19 maggio 2024.
  4. ^ Christopher Kleinhenz, Medieval Italy: An Encyclopedia, Routledge, 2004, p. 553.

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